07

Il valore delle persone

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Il valore delle persone

Il nostro contributo agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

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Le nostre attività contribuiscono al seguente

SDG SDG target 8.5 Entro il 2030 raggiungere la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini, anche per i giovani e le persone con disabilità, e la parità di retribuzione per lavori di pari valore

SDG target 8.8 Proteggere i diritti del lavoro e promuovere un ambiente sicuro e protetto di lavoro per tutti i lavoratori, compresi i lavoratori migranti, in particolare donne migranti, e quelli in lavoro precario

SDG target 3.9 Entro il 2030 ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e di aria, acqua e l'inquinamento del suolo e la contaminazione

SDG target 8.3 Promuovere politiche orientate allo sviluppo che supportano le attività produttive, la creazione di lavoro dignitoso, l'imprenditorialità, la creatività e l'innovazione e incoraggiare la formazione e la crescita delle micro, piccole e medie imprese, anche attraverso l'accesso ai servizi finanziari

SDG target 10.2 Entro il 2030 potenziare e promuovere l'inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere dall'età, dal sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione o status economico o di altro

I nostri collaboratori

I dipendenti ICAB sono coperti dal CCNL Alimentare e Industria. Ad oggi ICAB non eroga alcun tipo di welfare e non ci sono particolari benefits. È però riconosciuto un piccolo premio di produzione dal valore molto modesto che costituisce un incentivo al lavoro svolto.

I dipendenti con contratto a tempo indeterminato sono pari a 41, suddivisi tra impiegati e operai, a cui sia aggiungono 287 dipendenti stagionali durante il periodo di campagna, che si svolge da luglio a settembre. Nel rispetto della diversità ed inclusione, tra i nostri collaboratori sono presenti anche un dipendente di nazionalità marocchina e uno di nazionalità rumena.

Il processo di selezione segue un iter preciso. In fase di assunzione si propone un contratto a tempo determinato il quale si trasforma eventualmente in indeterminato. A febbraio 2022 sono stati attivati due contratti di stage per le posizioni di elettricista e meccanico della durata di sei mesi ciascuno. Le selezioni si effettuano solitamente nel periodo maggio/giugno, in cui si fa uno screening del curriculum e, tramite colloquio, si valutano le competenze dei candidati. Laddove un candidato non possieda l’esperienza richiesta, è previsto un breve percorso di formazione tramite affiancamento a colleghi più esperti.

Nel periodo gennaio-luglio il lavoro si svolge su 5 giorni per un totale di 8 ore giornaliere senza turni. Durante il picco di produzione, ovvero nel periodo di campagna, si lavora su due turni da lunedì a sabato dalle 6:00 alle 14:00 e dalle 14:00 alle 22:00.

In questo periodo vengono assunte maestranze aggiuntive con contratto stagionale ai sensi del CCNL Alimentare e Industria. Il livello di inquadramento è il V per l’operaio generico e il IV per l’operaio più specializzato (es. competente nella guida di carrelli elevatori). Negli ultimi due anni è aumentato l’inserimento di personale extra UE. Prima dell’avvio della campagna sono previste le ferie di 15 giorni a persona a rotazione nel periodo marzo-maggio.

Per politica aziendale si cerca di evitare il ricorso agli straordinari nel periodo gennaio-giugno. In caso di esigenze particolari si cerca di gestirla rientrando al massimo nelle 48 ore al mese consentite dal contratto. Anche durante la campagna si cerca di rispettare il monte ore di massimo 7 al giorno e viene garantito un giorno di riposo (i turni vanno da lunedì a sabato).

Nel 2022 nessun dipendente ha usufruito del congedo parentale.

Il personale è spesso coinvolto in corsi di formazione. L’azienda eroga infatti attività di formazione a tutti i dipendenti, responsabili di reparto e dirigenti, organizzando internamente corsi formativi specifici per ogni categoria di lavoratori. Le attività formative sono svolte sia da personale interno sia da consulenti esterni specializzati e hanno lo scopo di creare una cultura della qualità, della sicurezza alimentare, della sicurezza sul lavoro, della specializzazione in attività lavorative con un importante impatto sui processi e sulla sicurezza.

L’attività formativa riguarda: sicurezza del prodotto e Food Defense; igiene del personale, di macchine e impianti, e luoghi di lavoro; norme comportamentali sui luoghi di lavoro; gestione delle informazioni per la rintracciabilità dei prodotti; controlli di processo; gestione degli infestanti, gestione delle acque di lavorazione; gestione dei rifiuti; sicurezza sul lavoro, formazione antincendio e simulazioni di evacuazione; primo soccorso; conduzione carrelli elevatori. Oltre a questi corsi viene erogata una formazione a figure specializzate nella gestione delle macchine 4,0, macchine a raggi X, metal detector.

ICAB effettua inoltre una formazione ai propri fornitori di pomodoro in merito ad aspetti agronomici.

Le nostre attività contribuiscono al seguente SDG:SDG target 8.5

Un luogo sicuro

In ICAB abbiamo a cuore la salute e sicurezza dei nostri collaboratori. La gestione della salute e sicurezza sul lavoro risulta fortemente ancorata ai requisiti di cui al D. Lgs. 81/2008 e al DVR; il processo di valutazione dei rischi avviene continuativamente nell’ambito dell’aggiornamento del DVR. Sono stati individuati i pericoli intrinsechi alle diverse attrezzature e macchine utilizzate, individuando le misure per abbattere il rischio in termini di magnitudo (acquisto nuove macchine) o in termini di probabilità (formazione e sensibilizzazione). Adottiamo processi per individuare la presenza di eventuali pericoli sul lavoro e per valutare i rischi al fine di ridurre al minimo ed eliminare i pericoli. L’individuazione dei pericoli parte dalla definizione dei processi produttivi e, quindi, dalla presenza di impianti (distribuzione dell’energia elettrica, del gas, del vapore), macchine e attrezzature (carrelli industriali, autocarri, GVR, sistemi per il lavaggio, pelatura del pomodoro e pastorizzazione ad alta temperatura della passata, etc., attrezzature utilizzate in officina) con pericolo potenziale intrinseco. Al fine di ridurre il rischio, si è proceduto, negli ultimi tempi, a sostituire molte macchine ed attrezzature datate con altre più moderne e realizzate con particolare attenzione per abbattere al massimo il rischio connesso al loro utilizzo, ad esempio: carrelli elettrici con riduzione dei rischi inquinamento, rumore e vibrazioni meccaniche, linee complete per la pelatura del pomodoro e per la produzione e confezionamento della passata con riduzione dei rischi ustioni, rumore e posture scorrette.


I principali rischi presenti all’interno della nostra azienda sono:

  • Rischi per la sicurezza o rischi di natura infortunistica. Sono responsabili del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni, ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle varie attività lavorative, in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, etc.).

Le cause di tali rischi sono da ricercare almeno nella maggioranza dei casi, in un non idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti: l’ambiente di lavoro, le macchine e/o le apparecchiature utilizzate, le modalità operative, l’organizzazione del lavoro, etc. I rischi sono:

– Incendio

– Atmosfere esplosive

– Movimentazione e sollevamento di mezzi

– Saldatura e taglio al plasma

  • Rischi per la salute o rischi igienico-ambientali. Sono quelli responsabili della potenziale compromissione dell’equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che comportano l’emissione nell’ambiente di fattori ambientali di rischio. I rischi possono essere di natura chimica, fisica e biologica, con conseguente esposizione del personale addetto.

– Agenti fisici: rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche di origine artificiale, microclima

– Agenti chimici/cancerogeni

– Agenti biologici: microrganismi patogeni

Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni igienico-ambientali dovute alla presenza di fattori ambientali di rischio generati dalle lavorazioni (caratteristiche del processo e /o delle apparecchiature) e da modalità operative, e sono dovuti ad agenti chimici, fisici o biologici.

  • Rischi trasversali o rischi organizzativi. Sono individuabili all’interno della complessa articolazione che caratterizza il rapporto tra l’operatore e l’organizzazione del lavoro in cui è inserito. Il rapporto è immerso in un quadro di compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico anche psicologico e organizzativo. I rischi sono:

– Rischio derivante da attrezzature che utilizzano videoterminale

– Stress da lavoro correlato

Esistono anche rischi particolari riguardanti le lavoratrici durante la gravidanza e fino a sette mesi d’età del figlio, trattato secondo quanto previsto dal D. Lgs 151/2001.
La qualità di tali processi è garantita dalla informazione, formazione e, ove previsto, dall’addestramento del personale e la consapevolezza di ognuno dei dipendenti che la sicurezza personale e collettiva dipende molto dal comportamento del singolo. In caso di infortuni o di “quasi incidenti” o di notizie di malattie professionali, si deve provvedere ad aggiornare il DVR aziendale ed, eventualmente, anche il PEE.

Il lavoratore che venga a conoscenza di una situazione di pericolo attivato ne riferisce direttamente o per il tramite dell’RLS al Datore di Lavoro o al RSPP affinchè si provveda immediatamente ad intervenire per riportare la situazione ad un livello di rischio accettabile. Le modalità per allontanarsi fisicamente da situazioni di pericolo che, per vari motivi, si possono verificare, sono indicate nel PEE. Per evitare o ridurre al massimo l’eventualità di un avere un infortunio o di contrarre una malattia professionale, si punta molto sull’informazione, formazione ed addestramento e sulla continua sensibilizzazione nell’utilizzo costante e corretto dei DPI (otoprotettori, mascherine, guanti, etc.) e nella corretta applicazione delle procedure (MMC, rispetto della velocità dei carrelli, rispetto dei percorsi indicati, etc.).

In caso di incidente (infortunio, “quasi infortunio” e malattia professionale) si deve cercare di risalire alle cause che lo hanno provocato, attraverso le informazioni fornite dai protagonisti e da chiunque possa fornire elementi utili alla sua genesi e dinamica.

In azienda è presente una funzione dei servizi di medicina del lavoro che contribuisce all’identificazione e all’eliminazione dei pericoli e alla minimizzazione dei rischi. L’attività svolta dal medico competente designato consiste nel valutare lo stato di salute del lavoratore e, in particolare, nella valutazione del rischio rumore, e/o alcolismo e tossicodipendenze, segnalando all’azienda attraverso il giudizio di idoneità, l’uso di dispositivi di protezione per il lavoratore o la necessità di non adibirlo a mansioni che comportino rischi per se e per gli altri addetti. Il medico effettua le visite direttamente in azienda con l’ausilio di unità mobile e comunica al lavoratore i risultati. I rapporti con i lavoratori vengono gestiti attraverso l’azienda per prenotazioni o problematiche di tipo amministrativo, mentre per la gestione della salute, il lavoratore viene contattato attraverso contatti personali che ci rilascia al primo accesso insieme al consenso dei dati.

Oltre alle figure sopracitate, nell’organigramma della sicurezza sono presenti anche gli addetti al primo soccorso e gli addetti alla prevenzione incendi, lotta incendi e gestione delle emergenze.

Esistono processi volti ad agevolare la partecipazione dei lavoratori e la consultazione degli stessi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, e al fine di fornire accesso e comunicare informazioni rilevanti. Consultazione e partecipazione avvengono sotto forma di seminari in cui i partecipanti vengono coinvolti attraverso domande e nel cui contesto possono proporre soluzioni e alternative. Inoltre, una volta ogni 15 giorni, l’RSPP è a disposizione per la consultazione e l’eventuale raccolta di eventuali soluzioni ai problemi o per la segnalazione di problematiche che si sono manifestate. A disposizione del personale c’è anche una cassetta per le segnalazioni anonime.

Tutti i lavoratori, i loro rappresentanti e il personale con specifiche mansioni, sono stati informati, formati e addestrati così come previsto dagli artt. 36, 37 e 71 del D. Lgs. 81/08 e ss.mm.ii. e dall’Accordo Stato-Regioni n. 221/CSR del 21-12-2011. Gli operatori dei carrelli elevatori sono formati e aggiornati come previsto dall’art. 75, c. 3 del D. Lgs. 81/08 e dall’Accordo Stato-Regioni n. 53/CSR del 22-02-2012. Il conduttore dei generatori di vapore è in possesso dell’abilitazione prevista dal D. M. 7 agosto 2020. Il tema della formazione è più sentito per i lavoratori stagionali: per questi vengono organizzati un paio di giorni di formazione (4+12 ore) in quanto svolgono attività considerate ad alto rischio.

Le nostre attività contribuiscono al seguente SDG: SDG target 8.8

Qualità made in Sud

La filosofia a cui ICAB si ispira è garantire la sicurezza di chi consuma il prodotto. La Direzione di ICAB SpA si impegna a perseguire una politica che pone il cliente al centro delle attività aziendali. In particolare, la soddisfazione del cliente è perseguita attraverso momenti di verifica e di aggiornamento sui temi correlati ai prodotti offerti. Il cliente assume un ruolo centrale per il successo di ICAB e, perciò, diventa importante conoscerlo a fondo al fine di erogare prodotti rispondenti ai suoi bisogni e per raggiungere un’elevata customer satisfaction.

Soddisfare il cliente per ICAB significa realizzare prodotti legali, sicuri da un punto di vista igienico-sanitario, di qualità ed autentici. ICAB persegue tali obiettivi attraverso il rispetto dei requisiti applicabili previsti dagli standard BRC, IFS e ISO 22005, oltre che tramite la prevenzione dei pericoli mediante la valutazione dei rischi associati ai processi di produzione, dei rischi di inquinamento ambientale connessi alle proprie attività produttive, e dei rischi legati alle attività ed ai prodotti dei fornitori. Inoltre, ICAB si impegna a realizzare prodotti sicuri, conformi alle leggi vigenti del proprio settore di competenza, alle proprie specifiche di qualità e a quelle dei clienti, nei confronti dei quali si assume la responsabilità del prodotto.

Inoltre, l’azienda è trasparente sul mercato in tema di OGM, allergeni e quant’altro possa mettere a rischio sia l’ambiente e sia la salute e la sicurezza del consumatore. A tale scopo ICAB SpA ha implementato e mantiene attivo un Sistema di Gestione per la Qualità, l’Ambiente e la Sicurezza Alimentare i cui principali obiettivi sono:

  • Utilizzare materie prime provenienti esclusivamente da produzione integrata e coadiuvanti tecnologici OGM free con un contenuto minimo di sostanze contaminanti;
  • Prevenire il rischio di contaminazione microbiologica e chimico-fisica dei prodotti, mediante controlli sistematici dei punti critici dei processi;
  • Attuare ogni sforzo in termini organizzativi, operativi e tecnologici per prevenire l’inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo;
  • Aggiornare continuamente e mantenere attivo il Piano di Autocontrollo aziendale;
  • Minimizzare il consumo di energia e di acqua e la produzione dei rifiuti favorendone il recupero ove è possibile;
  • Gestire correttamente tutte le tipologie di rifiuti al fine di favorirne il riutilizzo o il corretto smaltimento riducendo al minimo l’impatto ambientale;
  • Realizzare la Politica ambientale rendendo disponibili risorse umane e finanziarie, ma anche puntando ad una sempre maggiore efficienza dei processi produttivi e alla loro continua revisione;
  • Motivare tutta la struttura aziendale al fine di prevenire l’inquinamento ambientale;
  • Realizzare e mantenere un sistema Qualità, Ambiente e Sicurezza Alimentare conforme alle norme ISO 14001:2015, BRC, IFS e a tutta la legislazione applicabile;
  • Implementare azioni commerciali e di marketing per rafforzare il proprio mercato e aumentare il fatturato;
  • Promuovere la responsabilità e la sensibilità dei dipendenti impegnati ad ogni livello nelle attività aziendali attraverso lo sviluppo di un “Piano della Cultura della Qualità e della Sicurezza” allo scopo di sensibilizzare, rendere consapevoli e responsabili tutti quei dipendenti le cui attività possono avere un impatto importante sulla sicurezza, qualità, legalità ed autenticità dei prodotti;
  • Privilegiare i fornitori che dimostrano attenzione al miglioramento della qualità dei loro prodotti e che hanno effettuato iniziative a favore dell’ambiente;
  • Partecipare attivamente a programmi di ricerca in materia di qualità e di ambiente, in collaborazione con centri di ricerca pubblici e privati.;
  • Mantenere attivo un sistema di gestione degli aspetti etico-sociali e legali conforme alle principali leggi vigenti e applicabili.

La Direzione Generale, ai fini del miglioramento continuo, si impegna a riesaminare trimestralmente gli obiettivi e i traguardi prefissati.
I sistemi in essere non si esauriscono solo ad analisi sul prodotto finito, ma anche sulla materia prima e sugli imballaggi.

Durante il processo di produzione vengono messe in conserva oltre 1.500 tonnellate al giorno di pomodoro, attraverso la meccanizzazione della raccolta e i calendari di programmazione dei trapianti concordati con gli agricoltori della filiera. Una volta arrivati allo stabilimento, i pomodori vengono pesati, lavati in vasche con insufflaggio di acqua e trasferiti ai centri di controllo dove selezionatrici ottiche tecnologicamente avanzate scartano i frutti difettosi o non completamente maturi. Successivamente seguono fasi più accurate di pulizia con getti di acqua a forte pressione al fine di eliminare tutte le impurità. Quindi si procede all’invio alle linee di cernita manuale e lavorazione del pomodoro fresco.

La lavorazione in conserva del pomodoro fresco termina con le fasi conclusive di pastorizzazione e confezionamento, associate al raffreddamento e all’asciugatura.

Il processo di produzione è garantito dall’applicazione del Piano di autocontrollo HACCP che aiuta a monitorare i punti critici del processo di produzione:

  • Acidità del prodotto;
  • Cottura;
  • Chiusura delle scatole.

Questi dati vengono controllati con cadenza oraria in modo da garantire che i punti critici rientrino nei range stabiliti. Alla fine del processo, se gli standard vengono rispettati, il prodotto finito è considerato sicuro secondo tutti i parametri previsti dalla normativa e i prodotti possono essere etichettati, imballati e pallettizzati.

La Fiammante mette in conserva solo pomodoro fresco appena raccolto: durante i mesi di lavorazione ICAB produce 1.000.000 di confezioni al giorno, per un totale di milioni di pezzi all’anno, controllate a campione ogni ora (per un totale di 200 prodotti analizzati al giorno), fotografate rigorosamente una per una ai raggi X. I laboratori del Controllo Qualità La Fiammante effettuano oltre 1.700 controlli quotidiani sul processo produttivo, con 80 analisi microbiologiche e 350 analisi chimico fisiche al giorno. Inoltre, ICAB campiona e fa analizzare da laboratori accreditati il pomodoro fornito da ciascun produttore; nel 2022 sono state effettuate 113 analisi su altrettanti campioni sui quali, quando sono stati riscontrati dei residui di prodotti fitosanitari, questi non hanno mai superato il 27% del residuo massimo ammesso dai limiti previsti dal Ministero della Salute.

Nel momento in cui la materia prima raggiunge lo stabilimento si procede al controllo qualità sulla base di alcuni campioni rappresentativi. Per valutare l’accettabilità del pomodoro si prelevano in modo del tutto casuale un numero di bins rappresentativo dell’intero lotto o un campione casuale da carichi alla rinfusa rappresentativi di almeno 10 kg di prodotto. Su ogni partita vengono poi eseguite analisi multiresiduali prima dell’accettazione. Se queste analisi dovessero evidenziare la presenza di tracce di pesticidi non ammessi oppure oltre i limiti adottati da ICAB, il carico viene rifiutato.

Dall’analisi del campione rappresentativo si rilevano i valori dei parametri qualitativi, quali difetti maggiori e minori, che determinano il prezzo finale secondo tre tabelle:

  • Tabella A – Inerti – Corpi estranei (difetti maggiori)
  • Tabella B – Verde e marcio (difetti maggiori)
  • Tabella C – % difetti e % variazione del prezzo (difetti minori)

La somma totale dei difetti di cui alle Tabelle A e B non deve superare il limite del 13%.

Tra i pomodori con difetti minori rientrano frutti schiacciati o spaccati, frutti immaturi di colore rosso con tracce di verde, frutti smaturati, frutti con scottature di sole, frutti con lesioni di origine meccanica. Qualora si presentino queste difettosità, il prezzo finale varia secondo quanto stabilito dalla Tabella C.

La somma in peso dei pomodori che hanno difetti di cui alla Tabella sopra non può superare il 15% in peso netto del carico.

Oltre a questi controlli, verifichiamo che i fornitori agricoli gestiscano i contenitori di concimi e pesticidi con smaltimenti previsti dalla normativa, acquisendo i certificati di smaltimento.

Il numero di reclami totali ricevuti (inclusivi di quelli provenienti dai clienti B2B), considerando anche quelli relativi ai legumi commercializzati, sono pari a 23. Se non si considerano i legumi sono 16, legati soprattutto a presenza di muffa o di corpi estranei (es. insetti, pezzi di plastica). Nessun lotto di produzione è mai stato ritirato dal mercato.

L’Ufficio Assicurazione Qualità presidia la salute e sicurezza dei consumatori, e tutte le fasi produttive sono certificate da enti esterni secondo certificazioni come BRC, IFS e ISO 22005 e Kosher.

Le nostre attività contribuiscono al seguente SDG: SDG target 3.9

Al fianco della comunità

ICAB è al fianco delle persone più vulnerabili tramite un impegno costante nel cercare di promuovere l’inclusione lavorativa cercando, al tempo stesso, di combattere la piaga del caporalato. A partire dal periodo di produzione 2022 l’azienda ha assunto 9 persone extracomunitarie e migranti in difficoltà a rischio di sfruttamento da parte dei caporali attraverso una partnership con l’associazione No Cap e in collaborazione con altre associazioni come Frontiera Sud, oltre all’Arcidiocesi di Salerno e la Diocesi di Teggiano Policastro.

No Cap nasce circa 12 anni fa con lo scopo di contrastare il caporalato in agricoltura e promuovere il rispetto dei diritti umani, sociali, e dell’ambiente. Nel 2017 si converte in un’associazione vera e propria che, di recente, ha assunto la forma giuridica di Ente per il Terzo Settore. Più in generale, l’organizzazione cerca di promuovere un’educazione al consumo responsabile attraverso un’agricoltura sostenibile e la costruzione di una filiera etica che rispetta i diritti dei lavoratori e impone il giusto prezzo agli agricoltori.

All’Associazione contribuiscono volontari professionisti in diverse aree di competenza come la cooperazione internazionale, l’agronomia, il diritto, l’ingegneria, l’economia circolare e digitale, la comunicazione e il marketing.

Le nostre attività contribuiscono ai seguenti SDG: SDG target 8.3 – SDG target 10.2

Indicatori sociali

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