SDG target 8.7 Adottare misure immediate ed efficaci per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e traffico di esseri umani e raggiungere la proibizione e l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, incluso il reclutamento e l'impiego di bambini soldato, e entro il 2025 porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme
SDG target 8.8 Proteggere i diritti del lavoro e promuovere un ambiente sicuro e protetto di lavoro per tutti i lavoratori, compresi i lavoratori migranti, in particolare donne migranti, e quelli in lavoro precario
SDG target 2.4 Entro il 2030 garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e implementare pratiche agricole che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a mantenere gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri e che migliorino progressivamente il territorio e la qualità del suolo
SDG target 12.8 Entro il 2030 fare in modo che le persone ricevano in tutto il mondo le informazioni rilevanti e di sensibilizzazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita in armonia con la natura
Stringiamo accordi diretti con gli agricoltori e riconosciamo il giusto compenso alla fatica contadina: una filiera corta basata su relazioni autentiche. Dal 2011 abbiamo eliminato il ruolo dei mediatori commerciali costruendo un modello innovativo di filiera, contro ogni sfruttamento della manodopera. Oggi, facciamo rete con i produttori in Campania, Puglia, Basilicata, Molise e Toscana, attraverso la sottoscrizione e di contratti specifici ogni anno e il monitoraggio rispetto agli impegni in essi contenuti. Il nostro pomodoro è 100% italiano.
Il prezzo giusto del pomodoro viene concordato con gli agricoltori in largo anticipo, riconoscendo loro anticipi del 20% a sostegno degli investimenti di impianto e conduzione delle colture, ed è generalmente più alto di quello previsto dal contratto. Un patto per la qualità e per la tutela del lavoro nei campi, sancito da rigorosi disciplinari di produzione che promuovono buone pratiche, come l’impiego delle macchine in fase di raccolta e l’utilizzo di manodopera contrattualizzata per combattere efficacemente il caporalato.
Il nostro è quindi un modo sociale di fare impresa che mette al centro la valorizzazione delle persone e dei territori, redistribuendo il valore generato e denunciando dinamiche squilibrate della distribuzione che schiacciano gli anelli più deboli della filiera e sminuiscono la dignità del lavoro. Una filiera virtuosa che si impegna a far rispettare principi etico-sociali e a diffonderli lungo tutta la catena di fornitura.
Dai nostri fornitori compriamo prevalentemente pomodoro e imballaggi primari. Gli imballaggi primari si dividono in:
Lo stretto rapporto che instauriamo con i nostri fornitori si sostanza anche in attività di verifica presso le aziende agricole. ICAB non offre assistenza tecnica, che viene effettuata dai tecnici presenti presso le aziende, ma si limita a una verifica delle attività partendo dal Disciplinare di Produzione Integrata. Questo è il principale punto di riferimento per la produzione del pomodoro nel Centro-Sud Italia, nonché strumento operativo stilato dai produttori del Centro-Sud a disposizione della nostra azienda che costituisce delle linee guida per tutti gli agricoltori tramite la condivisione e addestramento sui principi in esso contenuti.
Le attività di verifica con visita vengono effettuate almeno quattro volte durante il ciclo di produzione. Viene tenuta traccia di tutte le attività tramite una checklist in Excel in cui vengono acquisite le evidenze raccolte dagli agronomi durante le verifiche in campo. La checklist, in cui sono presenti gli aspetti indispensabili del Disciplinare e dell’Accordo di Filiera, è fondamentale per verificare il rispetto dei requisiti del Disciplinare da parte degli agricoltori, oltre ad essere un buono strumento per tenere sotto controllo gli aspetti qualitativi legati al prodotto e per verificare il livello di conformità e maturità rispetto a certi requisiti ambientali. La modulistica riporta inoltre i giudizi di conformità ai requisiti contrattuali, quali evidenze legate alla presenza di documenti che gli agricoltori sono tenuti a detenere, come ad esempio certificati DVR o patentini per fitofarmaci.
Il Disciplinare di Produzione Integrata nasce per volontà della maggior parte delle Organizzazioni di Produttori riconosciute dal MIPAAF operanti nel Centro-Sud Italia, e dell’ANICAV, al fine di conciliare gli interessi dei produttori agricoli e della parte industriale, garantendo allo stesso tempo la salvaguardia dell’ambiente e la salute e sicurezza del consumatore finale. L’agricoltura integrata, anche detta produzione integrata, è un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale che prevede l’uso coordinato e razionale di diversi fattori della produzione, al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di mezzi tecnici che possono avere un impatto negativo sull’ambiente e/o sulla salute dei consumatori. Con questo metodo di produzione viene data priorità a tecniche colturali ecologicamente più sicure limitando l’uso di prodotti chimici di sintesi, al fine di aumentare la sicurezza per l’ambiente e per la salute umana.
Il Disciplinare di Produzione Integrata è molto ampio in termini di “scope”; in esso sono presenti una serie di dimensioni non solo di tipo agronomico con relative tecniche colturali, ma anche di natura etico-sociale e di salute e sicurezza. Più nel dettaglio, vi sono contenuti dedicati alla difesa fitosanitaria e al diserbo chimico, con pagine riguardanti ogni singolo patogeno e i relativi mezzi di lotta più adeguati, oltre alle principali informazioni per un corretto uso dei prodotti fitosanitari e per lo smaltimento dei rifiuti. Nel 2022 è stata inoltre aggiunta una sezione relativa agli aspetti di sostenibilità per la tutela della biodiversità e il mantenimento dell’agro-ecosistema naturale (tramite ad esempio la riduzione dei consumi idrici attraverso impianti di irrigazione a goccia o la riduzione dell’utilizzo di concimi e fertilizzanti). I principi contenuti all’interno del Disciplinare sono conformi ai principi per l’Agricoltura Sostenibile sanciti dalla Food and Agriculture Organization (FAO) e richiamati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
È inoltre presente una sezione relativa ai fitofarmaci che possono essere utilizzati; quando i pomodori raggiungono i nostri stabilimenti viene fatto un controllo dei pesticidi per verificare l’effettiva coerenza con i requisiti in esso contenuti. Il Disciplinare di Produzione Integrata consente l’utilizzo limitato di principi attivi di fitofarmaci rispetto alla legge (meno 30% di quelli utilizzabili a norma di legge per il pomodoro). Inoltre, ICAB, secondo quanto previsto dal Disciplinare, utilizza una serie di prodotti fitosanitari in misura ridotta del 70% rispetto ai limiti autorizzati dal Ministero della Salute per la coltura del pomodoro, in modo da minimizzare gli impatti sulla biodiversità.
La solidità del nostro “patto di filiera” con i produttori di materia prima è quindi garantita da più documenti:
Con questa serie di documenti e, in base alle norme ISO 22005 relativa alla Rintracciabilità della Filiera e UNI 11233 relativo ai Sistemi di Produzione Integrata, ICAB si è posta una serie di obiettivi, tra cui:
Secondo il Contratto gli agricoltori si impegnano a coltivare secondo tecniche agricole di produzione integrata conformi al Disciplinare, a non utilizzare OGM, a rispettare le linee guida per la valutazione del rischio di contaminazione chimica del pomodoro da industria coltivato nelle provincie di Napoli e Caserta, a praticare la raccolta meccanica del pomodoro e a osservare le norme in materia di sicurezza e salute sul lavoro, dei contratti collettivi nazionali del lavoro e di quelli in materia di lavoro per persone immigrate.
Per quanto riguarda i principi etico-sociali, il produttore si impegna al rispetto dei principi stabiliti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), in particolare a:
ICAB riconosce inoltre un bonus a quelle aziende agricole che attuano le migliori tecniche per la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse idriche, pari a 0,30€/ton di prodotto netto avviato alla trasformazione.
In base all’Allegato all’Accordo di Filiera, oltre a permettere l’accesso a tecnici per l’esecuzione di verifiche ispettive interne e di attività di monitoraggio, a rendere disponibile la documentazione attestante la rintracciabilità del prodotto e consentire al personale ICAB di prelevare campioni di MP da sottoporre ad analisi chimiche per garantire il rispetto dei requisiti di salubrità dei prodotti e di conformità alle norme in vigore, gli agricoltori si impegnano al rispetto di ulteriori requisiti ambientali e sociali.
Per quanto riguarda i criteri ambientali, le aziende agricole sono tenute a:
Con riferimento ai criteri sociali, oltre a rispettare i requisiti già previsti dal Contratto, gli agricoltori sono tenuti all’osservanza dei diritti umani e dei lavoratori sanciti nei principali Trattati in vigore, come ad esempio la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino, la Convezione ILO e le Linee Guida OCSE. A tal fine i fornitori si rendono disponibili ad effettuare visite ispettive da parte del personale ICAB per verificare l’osservanza dei requisiti etico-sociali e a trasmettere, su richiesta, documentazione quale DVR, attestati di corsi di formazione, buste paga con le relative prove di pagamento, e registro delle visite mediche effettuate.
Ai fini di un maggior allineamento con le nostre policy, agli agricoltori garantiamo una sessione di addestramento e formazione in merito ai seguenti argomenti: Blockchain, norma ISO 22005 “Rintracciabilità di Filiera”, norma UNI 11233 “Produzione Integrata”, Regole di corretta gestione del Quaderno di Campagna, rispetto delle norme etico-sociali e ambientali, rispetto del Disciplinare di Produzione Integrata Centro-Sud Italia, in cui vengono toccati vari aspetti tra cui:
Le nostre attività contribuiscono ai seguenti SDG: SDG target 8.7 – SDG target 8.8 – SDG target 2.4
Garantiamo la trasparenza e la tracciabilità della nostra filiera. Negli ultimi anni, La Fiammante ha infatti accelerato il processo di condivisione dei dati produttivi con tutti gli attori della filiera, dal contadino al consumatore, implementando soluzioni digital assurance basate sulla tecnologia blockchain pubblica VeChain per narrare passo passo la vera storia dei prodotti, in modo trasparente, comprensibile e immediato. Dalle cultivar utilizzate, alle aree e ai metodi di coltivazione e lavorazione, tutti i dati relativi a ciascun prodotto sono oggi verificati, registrati e disponibili alla consultazione online tramite QrCode in etichetta mediante la piattaforma My StoryTM e certificata DNV.
In etichetta è presente un claim che indica l’adozione da parte dell’azienda di un limite più stringente rispetto agli standard di legge relativamente al quantitativo di pesticidi residui. Il claim prevede una consistente riduzione dei pesticidi presenti (-70%) rispetto alla soglia prevista dalla legge. Tale informazione è pubblicata anche su MyStory. Tale claim è sostanziato da analisi e controlli effettuati da agronomi sul campo, che collaborano con gli agricoltori per favorirne la crescita professionale, promuovendo buone pratiche a tutela della salute e dell’ambiente come il risparmio idrico nelle colture, il biologico o la lotta integrata per abbattere l’uso di concimi e pesticidi, una corretta rotazione per tutelare la fertilità dei suoli.
Non abbiamo mai avuto casi di non conformità relativi all’etichettatura. In caso di modifiche di normative è ICAB stessa ad aggiornarsi grazie all’abbonamento a riviste che si occupano di etichettatura e tramite corsi di formazione e aggiornamento su eventuali novità per adeguare le etichette alimentari.
Prediligiamo fornitori di etichette certificati FSC. Lavoriamo con scorte minime a terra, effettuando ordini di poche etichette alla volta in modo da ridurre gli sprechi ed essere conformi alla normativa. Per lo stesso fine abbiamo inoltre aggiornato il parco macchine delle etichettatrici e avviamo a riciclo tutti i materiali di carta e cartone che non possono più essere utilizzati.
Per promuovere il consumo sostenibile, in etichetta sono inserite indicazioni in merito allo smaltimento degli imballaggi, come dalla normativa entrata in vigore a gennaio 2023, oltre all’indicazione che il pomodoro non proviene da una stessa zona ma da due o tre zone diverse. Viene indicata la provenienza del pomodoro 100% italiano senza indicare la regione, ad eccezione del pomodoro biologico toscano.
La Fiammante promuove costantemente campagne per la trasparenza dell’agroalimentare e permette al consumatore di acquisire consapevolezza circa il consumo sostenibile con campagne di informazione volte a rendere più accessibili e chiare le informazioni presenti in etichetta: ultima in ordine di tempo la diffusione sulle principali piattaforme social e sui media tradizionali di una grafica animata che illustra la corretta lettura del codice di produzione della passata, per stabilire se sia prodotta #solodapomodorofresco (titolo della campagna) oppure da concentrato di pomodoro rilavorato. ICAB collabora con agenzie esterne per la realizzazione della grafica delle etichette, con cui ha effettuato il più recente restyling, e di comunicazione e marketing.
Le nostre attività contribuiscono al seguente SDG: SDG target 12.8